Miglio il cereale
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L’aromaterapia è un ramo della fitoterapia che studia ed utilizza il potenziale salutistico degli oli essenziali (O.E.) detti anche essenze.
Il termine aromaterapia è formato da due parole: «aroma»= fragranza gradevole e «terapia»= cura di una condizione fisica o mentale. Quindi letteralmente significa terapia che utilizza gli aromi. L’utilizzo degli oli essenziali risale a tempi antichissimi.
Già gli antichi Egizi utilizzavano le essenze. Il Papiro di Ebers (1500 a.c.) ci mostra come i sacerdoti utilizzavano le essenze per l’imbalsamazione.
Le civiltà occidentali impararono l’uso delle essenze dagli antichi Egizi. Infatti i Greci le utilizzavano in profumi, unguenti e pomate a scopo salutistico o cosmetico. Nel «Trattato sugli odori» Teofrasto descrive le proprietà delle piante medicinali, degli aromi e i metodi di applicazione ed estrazione. Ippocrate durante la peste di Atene utilizzò fumigazioni aromatiche. I Romani invece non svilupparono un’arte aromatica, però avevano passione per l’igiene. Plinio il Vecchio nella «Historia Naturalis» descrisse le proprietà delle piante allora conosciute.
L’uso delle essenze diminuì - neanche a dirlo - con le invasioni barbariche e la dissoluzione dell’Impero Romano. Tuttavia rimase intenso il commercio di resine ed essenze. Il medico arabo Avicenna alla fine del X secolo creò un metodo di distillazione che sviluppò l’arte dei profumi. Tale arte fu poi portata dai crociati in Europa.
Nel Medioevo venivano usate resine e sostanze aromatiche, antisettici per eccellenza, per contrastare epidemie.
Il mondo vegetale è sempre stato la prima farmacia per l’uomo, ma solo nell’800 si è incominciato ad isolare i principi attivi responsabili dell’attività terapeutica. Infatti lo studio scientifico degli oli essenziali risale alla fine dell’800 ed è stato portato avanti da un gruppo di chimici e farmacisti francesi (Chamberland, Buchard e Bertrand). Mentre in Italia lo portarono avanti Gatti e Cajola negli anni 20-30 del 1900 ed in seguito Rovesti.
Il primo che usò il termine aromaterapia fu René-Maurice Gattefossé per sottolineare le proprietà salutistiche degli oli essenziali. Usò tale termine come titolo di un suo libro nel 1928. A lui seguì Jean Valnet che incominciò ad usare le essenze nella pratica medica.
Secondo la definizione della FU XII Edizione le essenze sono prodotti odorosi, generalmente di composizione complessa, ottenuti a partire da materie prime vegetali botanicamente definite, mediante distillazione in corrente di vapore, distillazione a secco o un appropriato processo meccanico.
Le essenze sono separate dalla fase acquosa con un procedimento fisico che non influisce significativamente sulla loro composizione. Le essenze possono subire un ulteriore appropriato trattamento.
Le essenze possono essere note commercialmente come deterpenate, desesquiterpenate, rettificate o prive di «x». Una essenza deterpenata è una essenza alla quale sono stati tolti parzialmente o totalmente gli idrocarburi monoterpenici, mentre ad una essenza deterpenata e desesquiterpenata sono stati tolti gli idrocarburi mono e sesquiterpenici.
Una essenza rettificata è una essenza che ha subito una distillazione frazionata per eliminare alcuni costituenti o modificarne il contenuto. Inoltre una essenza priva di «x» è una essenza che ha subito una rimozione parziale o totale di uno o più costituenti. Le materie prime vegetali utilizzate per ottenere le essenze secondo la FU XII Edizione possono essere fresche, appassite, secche, intere, rotte o macinate.
Le essenze si trovano un pò dappertutto nelle piante che le producono: radici, foglie, frutti, fusti, fiori. Le essenze sono prodotte dalle piante per vari scopi. Le essenze difendono le piante da parassiti, funghi, virus e batteri. Infatti molte hanno azione antimicrobica e vengono utilizzate a tale scopo. Le essenze vengono prodotte dalle piante anche per difendersi dalle aggressioni da parte di insetti e animali erbivori; riuscire a sopravvivere in ambienti difficili e competitivi; prevenire la disidratazione in ambienti molto secchi; comunicare con l'esterno.
Con il loro odore le essenze servono alle piante ad attrarre gli insetti impollinatori. Le essenze agiscono anche sull’uomo con il loro odore producendo effetti sul piano fisico, emotivo e mentale: hanno effetti infatti su ipotalamo ed ipofisi.
Gli oli essenziali vengono classificati in base all’impressione che suscitano. Nel XIX secolo George William Septimus Piesse classificò gli oli essenziali in tre categorie, chiamate note, sulle quali ci si basa ancora oggi: le note di testa (o note capitali), le note di cuore (o note centrali) e le note di fondo.
Ogni raggruppamento di note olfattive indica il gruppo di odori che possono essere rilevati a seconda del tempo passato dall'applicazione di un profumo. La combinazione dei tre gruppi di note costituisce la piramide olfattiva, che serve a descrivere i profumi. Un profumo è composto quindi da Note di Testa, di Cuore (o corpo) e di Fondo (o coda) disciolte in una miscela di acqua e alcool.
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